Lesioni traumatiche
Le lesioni traumatiche della corazza e dei tessuti molli sono molto comuni nelle tartarughe tenute nei giardini che possono essere aggredite da cani, roditori o lesionate da automobili o tagliaerba. Le lesioni traumatiche possono presentare un ampio spettro di gravità: dall’abrasione a gravi fratture con esposizione degli organi interni. Questo tipo di lesioni vanno considerate sempre come un’emergenza in quanto comportano perdita di liquidi e la possibile esposizione di organi interni con conseguente contaminazione batterica o da larve di bigattini. Prima di trattare le lesioni della corazza occorre valutare le condizioni generali del paziente e procedere alla sua stabilizzazione.
Infezioni cutanee
Le infezioni cutanee sono generalmente secondarie alle lesioni traumatiche o a condizioni di allevamento inadeguate come scorretta igiene, sovraffollamento, temperatura o umidità non idonea. L’acidità dell’acqua, inoltre, è un fattore fondamentale poiché un valore inferiore a un pH di 6,5 inibisce la crescita dei miceti. I microrganismi generalmente coinvolti possono essere batteri, miceti o alghe. Generalmente si osserva la comparsa di una patina giallastra che si estende progressivamente a tutta le superficie cutanea e può causare necrosi e distacco della cute e delle unghie. La terapia dei casi lievi deve essere intrapresa applicando sulla cute disinfettanti e cambiando la gestione, se scorretta. Nei casi più gravi può essere necessario effettuare una terapia antibiotica sistemica. Il tuo veterinario esperto in animali esotici ti saprà consigliare la terapia più corretta da effettuare.
Miasi
Per Miasi si intende un’infestazione di larve di mosca; questa è una comune complicazione delle ferite nei cheloni terrestri e può portare anche alla morte dei rettili colpiti. La terapia consiste nella rimozione delle larve effettuando un numero notevole di lavaggi. Successivamente bisogna valutare i danni causati dalle larve che in alcuni casi sono irreversibili. In caso di piccole ferite le larve posso essere presenti in grande numero sotto la cute e passare inosservate a una visita superficiale. Per questo è fondamentale effettuare una visita quanto più repentina dal tuo specialista.
Anomalie dello sviluppo
Sono molto numerose le alterazioni che si possono presentare a livello della corazza dei cheloni, molte delle quali vengono causate da condizioni scorrette di incubazione che determinano difetti nello sviluppo dell’embrione. In molti casi questo comporta unicamente un difetto estetico, mentre in altri le lesioni sono così gravi da risultare incompatibili con la vita.
Parassiti: Elminti
Gli Ossiuri sono molto comuni nei rettili. Sono considerati commensali e hanno un ruolo nella digestione dell’alimento nelle specie erbivore. Un aumento del loro numero, però, può risultare pericoloso e portare a gravi disturbi gastroenterici. In natura sopportano bene la moderata carica parassitaria, ma in cattività sono soggetti a una situazione di stress cronico che compromette il sistema immunitario. I sintomi, in caso di infestazione massiva, comprendono deperimento, anoressia, diarrea o costipazione. Gli Ossiuri possono essere visibili a occhio nudo nelle feci. Gli Ascaridi sono molto patogeni e vanno sempre trattati.
Parassiti: Protozoi
I flagellati sono molto comuni e si riconoscono durante l’esame microscopico a fresco grazie ai movimenti all’interno delle feci. Possono provocare talvolta anoressia, perdita di peso e feci molto liquide. Si consiglia di seguire il trattamento se la loro presenza è associata a segni clinica di enterite e a diarrea. Il loro numero può aumentare in caso di eccessiva somministrazione di frutta in cheloni strettamente erbivori. I ciliati: è molto comune rinvenire nelle feci di cheloni dei ciliati (Balantidium, Nyctotherus), organismi di grosse dimensioni che si trovano nella flora intestinale. Coccidi: sono molto rari e considerati apatogeni.
Prolasso del pene
Il prolasso del pene si può riscontrare sia nelle tartarughe terrestri che acquatiche e può essere causato da diverse patologie come la malattia osteo-metabolica, costipazione, corpi estranei intestinali, calcoli urinari o cloacali. Durante il corteggiamento, inoltre, il pene può traumatizzarsi accidentalmente o essere morso da altre tartarughe. In base al tipo di lesioni presenti si procede per il trattamento più adeguato: se presenti gravi lesioni è necessario procedere con l’amputazione senza che questo comprometta la funzione urinaria in quanto il pene e l’uretra sono divisi; se non sono presenti gravi lesioni, può essere effettuata una pulizia tramite lavaggi e tramite una buona lubrificazione il pene viene riposto in cloaca. Se il pene è fortemente edematoso, deve essere ricoperto di soluzioni ipertoniche per ottenere prima una riduzione di volume.
Stasi follicolare
La stasi follicolare è una patologia che si osserva frequentemente nelle testudo e consiste nello sviluppo dei follicoli ovarici senza che avvenga l’ovulazione o che vadano incontro ad atresia. Con il tempo i follicoli possono infiammarsi, andare in necrosi o presentare infezione. A causa della presenza delle voluminose ovaie che occupano gran parte della cavità celomatica e di alterazioni metaboliche le tartarughe con stasi follicolare diventano anoressiche e possono anche andare incontro a morte. Tra le cause di stasi follicolare si ipotizza che entrino in gioco anche alterazioni ormonali come ritardo nel letargo o letargo irregolare o l’assenza del maschio. Poiché i sintomi sono aspecifici, la diagnosi deve fare ricorso ad esami collaterali tramite ecografia o endoscopia. Il trattamento di scelta consiste nella rimozione delle ovaie.
Ritenzione delle uova
L’incapacità di deporre le uova riconosce numerose possibili cause suddivise in patologie ostruttive e non ostruttive. Le uova possono essere ritenute per periodi molto prolungati senza dare sintomi clinici. La problematica principale si verifica nel momento in cui le uova si bloccano a livello della cloaca bloccando l’eliminazione delle deiezioni e potendone causare il prolasso della salpinge o della cloaca. Le patologie non ostruttive sono correlate ad errori gestionali come:
- un terreno troppo duro che può impedire alla femmina di scavare il nido
- assenza di una parte del terrario sufficientemente profonda
- condizioni stressanti come un numero eccessivo di maschi
- patologie dell’animale (MOM, ipovitaminosi, disidratazione, infezioni)
Tra le patologie ostruttive invece abbiamo:
- alterazioni della forma delle uova
- alterazioni del bacino
- presenza di calcoli vescicali
- ascessi
- neoplasie
I sintomi possono essere molto variabili e possono comprendere irrequietezza con numerosi tentativi di scavare nei nidi senza deporvi nulla. Inoltre possono presentarsi abbattimento e anoressia. Per effettuare una diagnosi è necessario effettuare un esame radiografico che permette facilmente di valutare forma e dimensioni delle uova. Se le condizioni generali della tartaruga sono buone con valori di calcio normale e sono escluse le cause ostruttive, può essere somministrata ossitocina fino a 3 volte. Questo stimolerà la contrazione uterina con l’eliminazione delle uova. In caso di disidratazione o ipocalcemia è necessario di correggere questi parametri prima della somministrazione di ossitocina. È necessario anche porre il rettile in un ambiente favorevole alla deposizione, caldo e umido, con un substrato adeguato su cui scavare.
MOM
Malattia ossea metabolica. È una delle patologie più frequenti nei cheloni tenuti in cattività. E’ causata da diverse patologie che portano a una demineralizzazione o una ridotta calcificazione del tessuto osseo. Le cause sono riconducibili a errori di gestione e alimentazione:
- carenza di calcio alimentare
- eccesso di fosforo
- carenza di vitamina D3 necessaria per l’assimilazione del calcio alimentare per insufficiente esposizione ai raggi UV
Cause più rare comprendono la somministrazione eccessiva di alimenti contenenti ossalati che legano il calcio e lo rendono indisponibile. Di conseguenza si deve evitare la somministrazione di vegetali ricchi di ossalati come gli spinaci. Altre cause rare sono patologie a carico di fegato, reni o intestino. Anche la temperatura ambientale è un fattore essenziale poiché, essendo ectotermi, la funzione digestiva dipende dalla temperatura ambientale che, se insufficiente, avviene un ridotto assorbimento di nutrienti. Nei cheloni in cattività che non sono esposti alla luce del sole diretta è necessario l’utilizzo della lampada UVB. Per quanto riguarda il calcio alimentare, sono importanti sia la quantità assoluta presente nel cibo sia il suo rapporto con il fosforo. Un eccesso di quest’ultimo, infatti, comporta un’escrezione renale di calcio. Nella maggior parte dei rettili il rapporto corretto è 2:1. Tra i più comuni errori di gestione si riscontrano:
- lampada UVB viene spesso collocata fuori dal terrario dimenticando che i raggi vengono quasi completamente filtrati da vetro e plastico
- altre volte il proprietario posiziona la tartaruga al sole dietro una finestra di vetro che filtra anch’essa i raggi UV
- la lampada è troppo distante dal rettile
- se la temperatura ambientale non è adeguata, gli elementi nutritivi, tra cui il calcio, non vengono correttamente assimilati
I sintomi principali consistono in alterazione di forma e consistenza della corazza che si presenta tenera e cedevole. La deformazione in corso di MOM può determinare un appiattimento con un aspetto che viene detto “a focaccia”. Talvolta si può osservare una crescita a piramide dei tessuti più accentuata, la mandibola si può deformare e le ossa lunghe incurvare. Come terapia nei casi lievi, quando la tartaruga si alimenta ancora spontaneamente, è sufficiente correggere la gestione fornendo un’adeguata quantità di calcio e esposizione ai raggi UV. Nei casi più gravi la terapia può essere molto più complessa ed è necessario discuterla con il proprio veterinario.
Gotta
La gotta consiste nella deposizione di cristalli di acido urico a livello delle superfici articolari causata dall’aumento dei livelli ematici di acido urico come conseguenza di un aumento della sua produzione o di una diminuzione della sua eliminazione. I depositi di cristallo di acido urico possono essere sia articolari che viscerali stimolando lo sviluppo di granulomi. I fattori che possono portare allo sviluppo della gotta sono:
- disidratazione
- somministrazione di alcuni antibiotici che danneggiano i tubuli renali
- malattie renali
- dieta che contiene un eccesso di purine (quest’ultima condizione è tipica di rettili puramente vegetariani a cui vengono somministrati alimenti ricchi di proteine)
Si tratta spesso di una condizione cronica e irreversibile e il trattamento riesce solo ad evitare che la condizione peggiori ulteriormente. Anche in questo caso è necessario correggere la gestione eliminando tutti i fattori predisponenti.
Ipovitaminosi A
È una patologia frequente nei giovani. Le tartarughe possiedono una riserva epatica di vitamina A sufficiente per 6 mesi. Se la dieta è povera di tale vitamina, si manifesta la patologia. Il sintomo più frequente è la chiusura degli occhi con accumulo di materiale biancastro a livello della congiuntiva. A causa delle condizioni degli occhi l’animale smette di alimentarsi e può anche andare incontro a morte. La carenza di vitamina A ha anche un ruolo nell’insorgenza di ascessi auricolari, causando un accumulo di detriti cellulari nell’orecchio che va incontro a colonizzazione batterica favorita dalla scarsa igiene dell’acqua e da condizioni ambientali sfavorevoli. È necessario in questi causi effettuata integrazione di vitamina A nella dieta che porterà a un miglioramento della sintomatologia clinica. In caso di ascessi auricolari, è necessaria l’asportazione chirurgica del materiale presente nell’ascesso e modificare la gestione ambientale.
Le lesioni traumatiche della corazza e dei tessuti molli sono molto comuni nelle tartarughe tenute nei giardini che possono essere aggredite da cani, roditori o lesionate da automobili o tagliaerba. Le lesioni traumatiche possono presentare un ampio spettro di gravità: dall’abrasione a gravi fratture con esposizione degli organi interni.
Questo tipo di lesioni vanno considerate sempre come un’emergenza in quanto comportano perdita di liquidi e la possibile esposizione di organi interni con conseguente contaminazione batterica o da larve di bigattini.
Prima di trattare le lesioni della corazza occorre valutare le condizioni generali del paziente e procedere alla sua stabilizzazione.